Svezia

Quando pensavo alla Svezia, tutto ciò che riusciva a venirmi in mente era i capelli biondi di tutti gli svedesi incontrati per il mondo. Grazie a questi incontri, ho sempre avuto l’idea degli svedesi come “cittadini del mondo”. Li incontri e sembrano siano nati apposta per essere lì dove sono, ovunque si trovino. Riescono ad adattarsi all’umorismo, risultano leggermente freddi e strampalati a volte, ma senza esagerare (insomma da questa descrizione è evidente che mi potrei innamorare presto di uno svedese.

Però della Svezia non riuscivo ad immaginarmi niente. L’ho visitata per la prima volta nel 2017 quando sono andata a trovare la mia amica Yvonne a Uppsala (si, la stessa che poi mi ha portato in Australia).

Ecco le mie prime impressioni su questo paese:

  • proprio come mi aspettavo, i trasporti funzionano benissimo e coprono anche zone abbastanza remote (purchè comunque in prossimità di un contesto urbano).
  • le università sono grandi, super attrezzate (con tanto di stanza pisolino!), verdi, e i docenti ovviamente amichevoli e vestiti informali
  • il cibo ovviamente è quello che è. Anzitutto carissimo, e poi prettamente internazionale. Non ho neanche indagato se ci fosse qualcosa di tipico a parte le gallette wasabi e il pesce sott’olio
  • ad Uppsala, la gente festeggia la festa di primavera come se fosse capodanno.
  • cara, molto cara
  • il cibo italiano è inscatolato e venduto nei supermercati e anche nelle piccole “tabaccherie” (negozi dove si vende sigarette, dolci, giornali, merendine, caffè scadente dalla macchinetta e bevande gassate
  • l’alcohol si compra soltanto in negozi app0siti, che ovviamente chiudono prestissimo
  • fa piuttosto freddo anche di primavera